Depressione: un tunnel possibile da attraversare
Alterazioni del tono dell’umore sono comuni nel corso della nostra vita, se così non fosse la vita risulterebbe appiattita affettivamente.
Molto frequente è l’utilizzo nel linguaggio comune del termine depressione per descrivere stati d’animo che hanno più a che fare in realtà con la tristezza, con l’abbattimento personale in un momento di crisi, con esperienze di vita che sono altro rispetto a quella che chiamiamo depressione. Per inciso: essere depressi non è essere tristi.
Parliamo di depressione quando è compromessa la qualità della vita della persona. La depressione è una sindrome che coinvolge diverse aree:
l’umore (umore depresso, la persona sperimenta una sensazione di tristezza, preoccupazione, perdita di interesse e di piacere, perdita di energia e vitalità, impassibilità ai fatti positivi, ansia soprattutto al mattino);
i processi cognitivi (pensieri negativi circa sé stessi riguardo al proprio presente e futuro, ruminazioni e pensieri pessimistici ricorrenti, scarsa concentrazione, sensazione che possa accadere qualcosa di pericoloso, disperazione, pensieri che riguardano temi di colpa, malattia e povertà, pensieri di morte e di suicidio);
le funzioni corporee o somatiche (disturbi del sonno, disturbi dell’appetito, affaticabilità e diminuzione dell’energia, perdita di interesse in numerose attività compreso il sesso, sintomi intestinali come bocca secca, nausea, costipazione, dolori inspiegabili);
i comportamenti (espressione triste, facilità al pianto, rallentamento dei movimenti e della parola o movimenti irrequieti e agitati).
L’episodio di alterazione dell’umore che chiamiamo episodio depressivo maggiore non trattato dura circa 6 mesi. Il disturbo depressivo maggiore è caratterizzato da uno o più episodi depressivi maggiori e dalla presenza per almeno due settimane di umore depresso (ogni giorno per la maggior parte del giorno) o perdita di interesse accompagnati da almeno altri quattro sintomi depressivi.
La depressione può essere endogena (apparentemente senza cause), reattiva (in reazione a lutti o eventi della vita particolari) e può manifestarsi anche in forma mascherata, prevalentemente somatica spingendo la persona a considerare il proprio malessere come conseguenza di una condizione fisica.
Diversi sono i tipi di fattori che concorrono allo sviluppo di questa sindrome quali i fattori biologici (a livello biologico e di neurotrasmettitori nella depressione è stata evidenziata una disregolazione di alcuni sistemi trasmettitoriali nel senso di una diminuzione dei neurotrasmettitori noradrenalina, dopamina e serotonina, che regolano il tono dell’umore e il livello d’ansia); i fattori evolutivi (vissuti di perdita e di abbandono precoci che condizionano le fasi più importanti dello sviluppo dell’attaccamento e della reciprocità); i tratti di carattere e lo stile di vita (l’estrema solitudine, l’isolamento e l’evitamento di situazioni sociali, una illusoria indipendenza che spinge a non affidarsi mai agli altri in caso di bisogno); gli eventi della vita (perdita di persone amate e significative, perdita del lavoro, trasferimenti, cambiamenti di ruoli e posizioni come il pensionamento, cambiamenti in famiglia, assistenza ai malati senza un supporto adeguato per sé, conflitti cronici, difficoltà economiche); il trovarsi in una condizione fisica che non è stata integrata nella propria esistenza (post-partum, menopausa, terapie in corso, problemi più o meno gravi di salute).
Ricerche epidemiologiche e statistiche evidenziano che in Italia oggi ne soffre almeno 1 milione e mezzo di persone. Il 10% della popolazione italiana, circa 6 milioni di persone, ne hanno sofferto almeno una volta, nel corso della loro vita. Le donne che soffrono di depressione sono il doppio rispetto agli uomini.
Se non trattata la depressione può dare complicazioni ovvero cronicizzare e portare a idee di suicidio. Rispetto alla cronicità è bene tenere presenti i fattori di rischio quali l’età avanzata, la persistenza di fattori stressanti, abuso di sostanze e alcol, non trattamento.
Cosa può fare la psicoterapia e perché è importante prenderla in seria considerazione?
Innanzitutto la psicoterapia aiuta la persona a guardare che cosa le sta accadendo, come mai inciampa nelle abituali difficoltà, come è fatta la sua personale depressione, che senso ha nella sua esistenza e come viene vissuta dalla persona stessa.
Nel percorso psicoterapeutico il lavoro prende avvio dai due poli che la depressione indica: il polo della mancanza e il polo della risorsa. All’interno di questo scambio dialogico un ruolo di rilievo è dato dall’emozione della rabbia che spesso, nella persona depressa, è un’emozione coperta apparentemente sotto strati di tristezza e apatia.
Lavorare sulle pieghe di queste diverse emozioni permette alla persona di iniziare a sentire cosa si nasconde dietro la perdita della propria energia vitale, come mai la svalutazione verso di sé è così marcata, e come mai nel teatro della propria mente vanno spesso in scena copioni intrisi di sconfitte passate, di inadeguatezza.
Quando una persona si svaluta sta in realtà rivolgendosi contro una rabbia che non ha mai espresso all’esterno, ma ha sempre compresso dentro di sé favorendo inconsapevolmente la sensazione di perdita del proprio valore personale.
Attraverso la psicoterapia la persona può fare luce su queste dinamiche silenti che condizionano la qualità della sua vita e può trovare uno spazio protetto dove sperimentare, con i dovuti tempi e modi diversi per ognuno, modalità relazionali nuove che comprendano l’espressione di un’aggressività sana e protettiva del proprio spazio personale.
La rabbia che la persona depressa butta contro di sé divora la sua stima e schiaccia sempre di più la speranza di poter cambiare, contribuendo ad alimentare la falsa e potente credenza che tutto sia inutile. Il passaggio terapeutico dall’impotenza all’imparare a utilizzare le proprie risorse, rimaste a lungo sepolte, è un tassello cruciale che facilita l’arrivo di uno spiraglio luminoso alla fine del tunnel in cui il depresso si trova incastrato.
Ri-attraversare questo tunnel accompagnati dallo psicoterapeuta è un cammino possibile e auspicabile per chiunque senta di aver perso la voglia di fare della propria vita una vita desiderabile.