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Insonnia: quando dormire è un lusso


Sarà capitato più o meno a tutti in alcuni momenti della propria vita di dormire male, di svegliarsi più stanchi di quando si è andati a letto, di avere un sonno intermittente, di svegliarsi spesso durante la notte. Queste esperienze diverse tra loro riguardano tutte la qualità del sonno, ma quando si può realmente parlare di insonnia?

L’insonnia è un disturbo che rientra nel gruppo delle dissonnie, e che causa alterazioni della quantità, qualità e sequenza del sonno.

Possiamo parlare di insonnia nei casi in cui la difficoltà ad iniziare e a mantenere il sonno perdura per almeno un mese e la sensazione di affaticamento durante il giorno conseguente ad un sonno non ristoratore o alla mancanza di sonno causa significativi problemi alla quotidianità della persona, per esempio nello svolgimento delle attività sia lavorative che personali.

Le persone che soffrono di insonnia fanno fatica ad addormentarsi ed anche quando si addormentano il loro sonno è caratterizzato da frequenti risvegli. In altri casi si svegliano precocemente al mattino e non riescono poi a riaddormentarsi.

Tecnicamente si parla di insonnia primaria quando il problema compare senza essere apparentemente legato a fattori scatenanti precedenti, mentre si parla di insonnia secondaria se questa difficoltà è una possibile conseguenza di altre condizioni. Può comparire in seguito ad altre patologie o ad eventi della vita particolari come lutti,

separazione/divorzio, menopausa, andropausa, gravidanze, matrimonio/convivenza dei figli, etc.

Alzarsi al mattino per affrontare la giornata con i suoi diversi impegni senza aver riposato crea alle persone che soffrono di insonnia diverse difficoltà che non riguardano semplicemente la fatica ad alzarsi, ma rendono problematiche diverse aree dell’esistenza che attengono ai processi cognitivi (concentrazione, attenzione, memoria, apprendimento, pensiero); emotivi (irritabilità, tono dell’umore altalenante, ansia, tristezza) e corporei (bassa energia vitale, stress, alterazioni dell’asse ipotalamo-ipofisi-surrene, alterazioni del ciclo mestruale nelle donne, sbalzi ormonali, alterazioni del sistema endocrino, etc.).

Studi scientifici dimostrano che dormire sistematicamente almeno 8 ore continuative è una condizione necessaria al mantenimento della salute e del benessere dell’organismo: l’organismo ha bisogno di questo lasso di tempo per poter recuperare le energie spese durante il giorno.

La privazione di sonno abituale, troppo spesso sottovalutata, può condurre infatti a diverse situazioni di disagio configurandosi quindi come un fattore di rischio per lo sviluppo di:

  1. Difficoltà sessuali (carenza di desiderio, difficoltà di eccitazione, etc.);

  2. Difficoltà nell’ambito della coppia;

  3. Obesità (non è raro che chi non riesce a dormire vaghi per casa approdando al frigorifero);

  4. Depressione e disturbi dell’umore;

  5. Disturbi d’ansia;

  6. Ipertensione;

  7. Stress;

  8. Diabete (maggiore consumo di dolci);

  9. Disturbi dell’attenzione;

  10. Disturbi digestivi;

  11. Disturbi da uso di sostanze;

  12. Uso inappropriato di farmaci (intossicazione, abuso e dipendenza da sedativi, ansiolitici, etc.);

Sono molte le persone che per “risolvere” il problema insonnia ricorrono all’uso di farmaci. In realtà l’uso dei farmaci per riuscire a dormire se da una parte può momentaneamente alleviare il peso della mancanza di riposo, dall’altra non fa che coprire e nascondere l’origine della difficoltà facilitando la cronicizzazione. Inoltre l’uso di farmaci prolungato e sistematico può portare ad assuefazione, provocare danni all’organismo oltre a non fare più effetto, e condurre a dipendenza.

La sofferenza legata all’insonnia incide profondamente sulla vita della persona andando a modificare le sue abitudini, a limitare le sue scelte e a condizionare più o meno esplicitamente i suoi rapporti interpersonali.

La Psicoterapia interviene sul problema dell’insonnia andando a inquadrare il contesto che ne ha favorito la comparsa. La familiarità a stati d’animo come la preoccupazione e l’ansia, la scarsa abilità a rallentare, a concedersi momenti di relax, la tendenza a tenere sotto controllo ogni cosa, la scarsa abilità a tollerare il disordine possono sovraccaricare la mente e il corpo facilitando lo sviluppo dell’insonnia.

L’intervento dello Psicoterapeuta pone l’attenzione su tutti questi punti andando a guardare insieme alla persona che cosa contribuisce allo stato delle cose. Lo step successivo sarà quindi quello di accompagnare la persona nella acquisizione di consapevolezze capaci di strutturare abilità salutari, nel rilassamento corporeo, nello scioglimento di tensioni emotive/fisiche allo scopo di recuperare uno stato di benessere di fondo che è la condizione necessaria per poter gestire l’insonnia. Il miglioramento in queste aree avrà i suoi effetti anche nel campo relazionale.

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