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Dall'innamoramento all'amore: cosa rafforza l'intimità e cosa la ostacola?


Sia nell’infanzia che nell’età adulta essere in relazione intima con altre persone serve a rinsaldare la propria presenza nel mondo, ad esprimere quello che si è, a sperimentare le proprie qualità e i propri limiti assaporandone il valore profondo.

Tra le relazioni intime fondamentali nella vita di una persona c’è sicuramente il legame di coppia.

Parlare di legame di coppia vuol dire intendere la coppia come un processo che prende forma man mano che i due partner, attraversando spazi intimi specifici, ne tessono insieme la trama.

Bander e Pearson hanno accostato questi spazi intimi che i due partner attraversano alle fasi dello sviluppo affettivo del bambino individuate da Margaret Mahler:

1. L’innamoramento: lo spazio dell’innamoramento può in questo accostamento rievocare la fase di simbiosi madre-bambino. È tipico dell’innamoramento vedere le sentirsi rassicurati dalle Durante l’innamoramento ogni partner proietta, cioè attribuisce inconsapevolmente all’altra persona, aspetti che appartengono al proprio mondo interno e in tal modo coglie nell’altro quelle caratteristiche che si incastrano perfettamente con la propria storia: inconsapevolmente l’altro diventa ai suoi occhi quella persona che potrà soddisfare i propri antichi bisogni insoddisfatti, le proprie aspettative deluse, che potrà riparare i torti subiti nell’infanzia. Tipica dell’innamoramento è l’illusione per cui il nuovo rapporto possa andare a colmare i buchi lasciati dalle relazioni primarie. A differenza della speranza che è accompagnata dal dubbio e dalla possibilità che un dato evento si verifichi, l’illusione ha la caratteristica del sogno: sembra indiscutibilmente reale fino a che non ci si sveglia. L’innamoramento apre così le porte ad un contatto iniziale con una persona che ci attrae e che ancora non conosciamo profondamente.

2. La differenziazione: dopo i primi mesi la tela dell’illusione cade e porta ogni partner a vedere aspetti dell’altro fino a quel momento coperti. Reggere la delusione conseguente implica tollerare l’ambivalenza dei nostri sentimenti rispetto agli aspetti che apprezziamo e a quelli che invece non ci piacciono nel partner. Il compito evolutivo richiesto in questo spazio intimo ai membri della coppia è quello di vedere che il partner ha sia aspetti buoni che aspetti cattivi e sono proprio questi aspetti e non altri a fare di lui la persona che è. Ogni partner fa i conti col fatto di scoprire l’altro nella sua interezza anziché nella sua parzialità.

3. La sperimentazione: il vedere l’altro come intero porta i partner a riconoscere più distintamente i propri desideri e ad acquisire il potere necessario per garantirsi la propria vitale autonomia all’interno e all’esterno della coppia.

4. Il riavvicinamento: in questo spazio i partner entrano in un’intimità reale che trae nutrimento dalla vita di ognuno accogliendone le fragilità. Questo tipo di intimità che i partner costruiscono con impegno permette a entrambi di esprimere sé stessi con i propri limiti umani senza paura che questa scelta possa allontanare l’altro e minacciare la tenuta del legame.

5. L’interdipendenza: quando si parla propriamente di amore tra due persone ci si riferisce a questo spazio, cioè al momento in cui i due partner prendono con ironia l’uno i difetti dell’altro, vivendoli come spunti di conoscenza profonda del suo mondo anziché come macigni senza scopo che finiscono inevitabilmente per appesantire il legame di coppia.

Come abbiamo visto l’innamoramento precede i momenti cruciali della vita di coppia in cui ogni partner verifica l’intensità del legame affettivo che sta tessendo.

Questo processo ha a che vedere con l’esperienza della disillusione in cui le due persone si incontrano, condividono, ri-narrano la propria storia alla luce dell’esperienza d’amore.

Come in tutte le esperienze, anche in questa della costruzione del legame, ognuno può trovare difficoltà nell'attraversare i passaggi sopra descritti, a seconda della propria personalità e della propria modalità di muoversi nel mondo.

Così possiamo individuare alcuni ostacoli tipici alla formazione del legame di coppia corrispondenti perlopiù ai diversi spazi di intimità che i partner incontrano: 1) essendo l’altro vissuto in questo momento come la persona che soddisferà le proprie aspettative senza bisogno di chiederlo, i problemi sorgono quando non si è consapevoli che si tratta di un’illusione e si comincia a criticare l’altro in modo sottile ogni volta che fa o dice qualcosa che non rispecchia quello che secondo l’illusione avrebbe dovuto dire o fare in quella data situazione; 2) la caduta dell’illusione è un lutto cui la persona reagisce con rabbia e negazione. L’intensità di queste reazioni e la modalità con cui verranno usate nella relazione farà la differenza tra l’elaborazione e il blocco. Le persone che si bloccano in questo momento iniziano una battaglia per cambiare il proprio partner e trasformarlo in quello che dovrebbe essere.

3) la persona che crede che la stabilità sia una condizione stabile non soggetta a squilibri fisiologici che servono ad accogliere e integrare i cambiamenti di ognuno all’interno della coppia, trova qui il suo ostacolo perché non è disponibile internamente ad affrontare le evoluzioni del legame. 4) la difficoltà nasce quando il sentirsi separati dal resto del mondo è una sensazione talmente sovrastante che tutto quello che conta è risolvere i propri conflitti, limitando così le altre occasioni di crescita all’esterno della coppia stessa.

5) per la persona la fatica che richiede l’amore è tale che lei non è disposta a farne altrettanta per le altre relazioni intime della sua vita (familiari, amici, etc.) e limita così di gran lunga il suo benessere non riuscendo a godere appieno dei frutti del proprio impegno. La costruzione del legame di coppia è dunque un processo che allena la persona ad amare. La Psicoterapia è una preziosa alleata che, lungo tutto questo processo, può aiutare la persona ad imparare a riconoscere quello che fa per contribuire a rafforzare/mantenere la relazione e a diventare consapevole dei modi in cui invece ostacola l’intimità e la crescita del legame d’amore.

“In una relazione amorosa tre anni rappresentano il tempo di cui si ha bisogno per porre le domande fondamentali. È il tempo in cui la luna di miele è finita, dove si sono già subiti diversi rovesci relazionali e si è imparato a superarli. Tre anni è il tempo necessario per rendersi conto che i bisogni dell’uno e dell’altro sono diversi e che tali diversità non sono obbligatoriamente una causa ineluttabile di rottura. Questi tre anni creano un quadro che permette di capire come si sta muovendo la relazione e di quali colori si adorna. Obbligano inoltre all’osservazione e alla comprensione del carattere mutevole di ogni relazione umana, a maggior ragione quando questa si dice amore. Ovviamente, non si vuole dire che, passati i tre anni, è fatta, che non sorgeranno più difficoltà. Ma questo tempo minimo permette di poter parlare di una storia veramente in costruzione” (Alain Hèril)

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