La dipendenza affettiva e la costruzione del legame d'amore
Che cos'è la dipendenza affettiva?
Ognuno di noi fin da bambino filtra in maniera inconsapevole le esperienze che vive cucendosene metaforicamente addosso il senso. Così, una stessa esperienza può essere vissuta in modi totalmente diversi da due differenti persone, che ne potranno ricavare per sé stesse due significati emotivi distinti.
Il colore emotivo di un’esperienza è infatti sempre soggettivo e individuale. Quando un bambino vive in un contesto tale da favorire esperienze rifiutanti e di abbandono, sperimenterà verosimilmente sentimenti ambivalenti: da un lato la rabbia retta dal dolore e dalla paura e dall’altro un senso di svalutazione verso sé stesso accompagnato dal pensiero di non meritare l’amore di cui ha bisogno.
Respirare questo tipo di clima nell’ambiente familiare crea potenzialmente l’ambiente favorevole allo sviluppo in età adulta di quella che chiamiamo dipendenza affettiva.
Come si manifesta?
Questa modalità relazionale ben evidente nei rapporti di coppia è caratterizzata da una mancanza cronica di reciprocità nella vita affettiva ed è riconoscibile da alcuni precisi segnali:
[if !supportLists]Non c’è una chiara comprensione dei bisogni propri e di quelli del partner ma tutto è simbioticamente mescolato insieme;
[if !supportLists]Per evitare conflitti e per paura del rifiuto non contraddice mai il volere del partner;
[if !supportLists]La propria autostima sale o scende in base a quello che dice o fa il partner;
[if !supportLists]La persona dipendente affettivamente vive per soddisfare le necessità del partner;
[if !supportLists][endif]È disposta a fare qualunque cosa per compiacere il partner, anche a scapito della propria salute psicofisica;
[if !supportLists][endif]È sempre pronta a sacrificarsi e a rinunciare pur di salvare il rapporto;
[if !supportLists]Reagisce con angoscia alla separazione e all’assenza anche temporanea e motivata del partner (lavoro, imprevisto, etc);
[if !supportLists][endif]Quando una relazione termina evita di contattare la solitudine e il dolore coprendo queste emozioni con un nuovo rapporto di compenso;
[if !supportLists]Quando una relazione termina la persona sposta la propria dipendenza su altro (cibo, sesso, gioco, droga, alcol, etc.).
La persona dipendente affettivamente è una persona che si porta dietro un profondo senso di abbandono: la paura di fare o dire qualcosa che possa scatenare la reazione di separazione nell’altro è uno stato emotivo che occupa molta energia e ostacola lo sviluppo di una relazione sufficientemente stabile.
Come si riconosce nella relazione d'amore?
Il bambino o la bambina che ha vissuto nel modo descritto all’inizio, esperienze di rifiuto e abbandono, sarà portato inconsapevolmente a riproporre nelle relazioni che instaura la stessa ambivalenza e gli stessi disperati tentativi di ottenere l’amore dell’altro, attraverso modalità che paradossalmente generano l’effetto opposto.
La sensazione pervasiva di mancanza d’amore e di vuoto interno mobilita nella persona dipendente affettivamente delle modalità di scambio relazionale impregnate di pretesa, di giustizia, di bisogno.
Queste modalità utilizzate negli scambi producono conseguenti reazioni emotive sull’altro, diverse in base alle qualità emotive che caratterizzano il mondo interno di quest’ultimo. Possiamo prefigurare le più tipiche:
- potrà vedere la persona dipendente come una vittima bisognosa (relazione vittima-salvatore);
- potrà sfruttare la scarsa abilità della persona dipendente a tollerare il conflitto chiedendo sempre di più per sé stesso, certo che l’altra pur di evitare liti soddisfi le sue necessità (relazione vittima-persecutore);
- potrà tenere l’altra persona nell’incertezza della relazione, evitando di chiarire intenzioni di impegno e ottenendo così un attaccamento morboso da parte dell’altra che sarà disposta a fare qualunque cosa pur di salvare la relazione (relazione salvatore-persecutore).
Il partner può quindi assumere per la persona dipendente diversi ruoli che avranno come denominatore comune il mantenimento più o meno consapevole di una relazione sbilanciata, fatta di sfruttatori e sfruttati, di dolore e malessere, incapace di costruire quello spazio emotivo e dialogico necessario alla crescita dei due membri della coppia e della coppia stessa.
La costruzione del legame d'amore: dalla dipendenza all'interdipendenza
Perché possano crearsi tra due persone le fondamenta necessarie a tenere la struttura relazionale della coppia occorre che le due persone in questione abbiano chiaro che, a dispetto del nome, per essere coppia non bastano due partner ma servono necessariamente tre elementi:
[if !supportLists]1- [endif]Partner A
[if !supportLists]2- [endif]Partner B
[if !supportLists]3- [endif]Relazione tra Partner A e Partner B
La coppia funzionante è sempre formata dai due partner più la relazione tra loro. Questa consapevolezza, lungi dall’essere un gioco di parole, è in realtà la chiave della costruzione di un legame sufficientemente sano e capace di accogliere al suo interno quella reciprocità affettivo-emotiva che manca nelle relazioni amorose dipendenti.
Passata la fase dell’innamoramento, iniziano i veri lavori di costruzione di un amore: l’impegno richiesto ai due partner prende avvio da questa consapevolezza di essere in tre (sé, l’altro e la relazione) e prosegue nella disponibilità a vedere che cosa ognuno sta mettendo di proprio all’interno della coppia, nell’imparare a comunicare le proprie priorità, i propri interessi, i compromessi che si è disposti a tollerare a servizio della propria serenità nella coppia e di quella dell’altro.
In una relazione non dipendente che abbia superato la fase dell’innamoramento, entrambi i partner si trovano a fare dei compromessi: ciò che è fondamentale avere presente è per cosa siamo disponibili sinceramente a sostenere quei compromessi. Bisogna chiedersi se stiamo accettando quel determinato compromesso perché questo ci porterà felicità, perché renderà felice l’altro, perché salverà la relazione a scapito del proprio benessere reale, perché eviterà conflitti, perché eviterà la rabbia dell’altro, etc.
Fermarsi a chiedersi come mai stiamo facendo quello che stiamo facendo all’interno della relazione permette di prendere contatto con queste dinamiche e di arrivare a sentire che quando il compromesso nutre effettivamente la relazione ci sentiamo sereni e la rinuncia non ci pesa sull’anima, mentre quando il compromesso produce solo insoddisfazione allora non porterà nutrimento alla coppia.
Questo non significa che il compromesso non debba avere un prezzo o non debba costare fatica! Significa invece che la fatica e il prezzo richiesti dal compromesso saranno ripagati dalla sensazione nutriente di essersi presi cura del proprio legame d’amore.
Il rapporto è nutrito dal desiderio e non dal bisogno: il bisogno avvelena la relazione mentre il desiderio lo spinge in avanti. Questa è la trappola che non lascia spazio all’interdipendenza in cui rimane avvinghiata la persona dipendente affettivamente.
Per comprenderlo con un esempio: interdipendenza è che se un panettiere chiude, vado a comprare il pane da un altro panettiere; dipendenza è quando mi aggrappo solo a quello lì.
Cambiare è possibile. Il passaggio dalla dipendenza all’interdipendenza e la ri-costruzione della propria amabilità è un lavoro fondamentale che lo psicoterapeuta può aiutare a svolgere perché la persona possa iniziare a costruire legami d’amore finalmente nutrienti.