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Storia di un aeroplanino giallo e di C. che ha scelto di volare


Nella storia che sto per raccontarti c’è un aeroplanino giallo che a un certo punto esce allo scoperto e prende forma da un pezzo di carta per indicare nuove direzioni.

Quando C. arriva nel mio studio è accaldato e in ansia per quell’appuntamento con sé stesso prima ancora che con me. Ha aspettato tanto prima di decidersi a chiamare, me lo spiega quasi subito per farmi sapere che ci tiene ad essere arrivato lì, dove si trova ora. Si siede e già questa è una gran cosa per lui, concedersi qualcosa per sé, finalmente.

Cosa ti porta qui? Gli chiedo, dopo avergli dato il tempo di acclimatarsi.

Acclimatarsi è una parola densa, che mi è rimasta dentro dai tempi dell’università, quando un professore molto importante per me e per il taglio che ho dato successivamente alla mia formazione, l’ha utilizzata in un corso che stavo seguendo e ha spiegato che acclimatarsi ha a che fare con sintonizzarsi. Sintonizzare sé stessi con il clima, interno (come mi sento) ed esterno (come mi sento in relazione al posto in cui mi trovo). Entrare in contatto col qui e ora, si direbbe in gestalt.

Non sono soddisfatto della mia vita, ultimamente mi sento schiacciato, ho provato a distrarmi a non pensarci ma mi sembra che non cambi nulla.. mi sveglio, vado a lavoro, ma non mi piace niente di quello che faccio

Che cos’è che non ti piace di quello che fai?

Non lo so esattamente.. non sono felice

E come sei?

Vuoto

Ti va di descrivermelo questo vuoto? Se fosse un quadro che quadro sarebbe?

Boh, un paesaggio un po’ buio

E com’è questo paesaggio buio? Come è fatto, che c’è dentro?

Non si vede granchè.. bisognerebbe che qualcuno accendesse una luce per vedere qualcosa..

Se tu potessi ora accendere la luce cos’è che vedresti in quel paesaggio?

Un muro alto che copre tutto lo spazio

Tu ci sei nel quadro o lo vedi da fuori?

Io sono davanti al muro ma sono piccolo, non lo posso scavalcare

Vuoi scavalcarlo?

Mi copre tutto.. non vedo niente da qui. Mi fa ombra.. forse per questo è buio..

Che effetto ti fa questo buio?

Un po’ paura, ma non solo credo

E anche?

Mi è venuto un magone adesso

E se avesse un nome che nome avrebbe?

Sono triste

Immaginando che questo percorso possa aiutarti che cos’è che gli chiedi? Dove vuoi che ti porti? Nella metafora del quadro che abbiamo usato, cosa vuoi che ci sia in quel quadro o cosa vuoi che non ci sia alla fine del tuo percorso con me?

Abbattere il muro e guardare se di là c’è qualcosa che mi interessa, che mi faccia svegliare con uno scopo

Per esempio cos’è che immagini potrebbe esserci?

Non so.. qualcuno da amare

Ci salutiamo con questa immagine e così inizia la storia dell’aeroplanino giallo.

Il progetto terapeutico con C. parte da un obiettivo che ha a che fare con l’abbattere un muro per andare nel mondo in un nuovo modo, un modo che permetta a C. di incontrarsi e di andare incontro.

Nei nostri incontri successivi infatti emerge che C. a dispetto della sua maturità anagrafica, ha scarsa fiducia nella sua capacità di stringere relazioni con persone che lo interessano.

La questione non è tanto interessarsi alle persone quanto fare il passo successivo, cioè entrarci in contatto e vedere cosa può accadere.

Ieri per esempio ero a lavoro e un collega mi ha invitato a cena con altri amici, all’inizio non volevo andarci, poi mi sono detto che forse mi avrebbe fatto bene uscire un po’ di casa, così li ho raggiunti

E com’è andata?

Per metà della serata mi sono sentito a disagio, mi sentivo fuori posto, guardavo gli altri e la mia vita mi scorreva davanti come se io non ci abitassi dentro.. è stato faticoso

Cosa è stato faticoso?

Rimanere senza fuggire

È una cosa nuova?

Direi di sì..

Bene, e per l’altra metà della serata cos’è accaduto?

È filata più liscia, forse è scesa la fatica, mi sono un po’ abituato a stare lì

Che scopri?

Non lo so

Prova a guardare, come è che è filata più liscia?

Ho sopportato la fatica

E?

Alla fine mi sentivo meglio

E quale fatica immagini di dover sopportare per rientrare dentro quella tua vita che ti scorreva davanti?

Bella domanda..

Immagina

Di uscire di casa

Per far cosa?

Sono stanco di vedere il mondo dalla finestra

E se smetti di guardarlo dalla finestra che succede?

Che le cose forse si avvicinano

E quale fatica sei disposto a fare? Scegli una cosa che vuoi fare questa settimana in questa direzione

Il lunedì e il mercoledì esco presto dall’ufficio, prima di tornare a casa faccio un giro ai giardini

Che effetto ti fa prendere con te stesso questo impegno?

Mi sento leggero

Leggero come?

Come un aeroplanino di quelli di carta, che volano se fai qualcosa per farli volare, se cadono li devi riprendere e dargli di nuovo la spinta

Che porti con te da questo incontro?

L’aeroplanino

Dopo qualche tempo C. ha acquisito maggiore fiducia in sé stesso e ha iniziato a coltivare qualche interesse che aveva lasciato sotto la polvere per molto tempo.

Ho conosciuto Marta, è interessante, un po’ timida come me, è proprio questo che mi ha dato il coraggio di avvicinarmi. Uscito dal lavoro sono entrato in un pub e a un tratto l’ho vista. Mi ha colpito il fatto che riuscisse a leggere un libro nonostante la musica e il chiacchiericcio confusionario della gente che c’era. Ho pensato fosse una persona determinata. L’ho osservata per un po’, poi mi è tornato in mente l’aeroplanino di carta. Così ho pensato che dovessi fare qualcosa per farlo volare

E cos’hai scelto di fare?

Mi sono avvicinato chiedendo che libro leggesse e le ho detto che sicuramente doveva essere interessante guardando come ne fosse rapita

E com’è stato avvicinarsi?

Il tempo che mi sono preso per osservarla mi ha un po’ tranquillizzato, anche se un po’ di paura la sentivo

Poi?

Ho preso un tovagliolino di carta, era giallo. L’ho piegato facendo tutti i lati dell’aeroplanino, già crearlo è stato un passo.. l’ha fatto sembrare più reale. Era lì e farlo volare spettava a me. Mi sono sentito capace, mi sono alzato e mi sono avvicinato al tavolo dove Marta leggeva

Qual era il titolo del libro?

Per dieci minuti di Chiara Gamberale. Marta mi ha spiegato che il libro parla di una ragazza che ogni giorno per dieci minuti fa una cosa nuova per un periodo di tempo, e così pian piano impara ad affrontare le sue paure e a riprendere in mano la sua vita

Un po’ quello che stai facendo tu per rientrare nella tua vita

Ci ho pensato mentre lo dicevo proprio ora.. ho preso coraggio e so come ho fatto. E’ sapere come ho fatto che mi aiuta molto quando mi sale l’ansia

E l’aeroplanino giallo?

L’ho conservato come promemoria per me. A poco a poco, una paura alla volta, il muro sembra più affrontabile. Mi sono accorto che non lo sto abbattendo come avrei pensato di fare all’inizio. No. Lo sto avvicinando. E ho scoperto che ci posso volare sopra.

Hai capito di che è fatto?

Di tutto quello che temo e sto conoscendo attraverso l’aeroplanino giallo che pian piano sta mettendo ali più robuste

E ora?

Ci vediamo domani. Con Marta. Non so come andrà, sono contento di me.

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