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Come aiuta lo Psicoterapeuta? Il punto di svolta da "so" a "scelgo"


In che modo aiuta lo Psicoterapeuta? È luogo comune l’aspettativa magica secondo cui lo Psicoterapeuta fornisce dei consigli per risolvere i propri problemi. Se questo fosse il ruolo del professionista allora sarebbe una figura che fa concorrenza alla propria cerchia di amici. Lo Psicoterapeuta è invece una persona che ha acquisito degli strumenti per lavorare all’interno della relazione che instaura con il cliente, il quale arriva da lui per qualche ragione più o meno esplicitata.

All’interno di un percorso di psicoterapia personale lo Psicoterapeuta e il cliente tessono la trama della relazione terapeutica che si approfondisce nel corso degli incontri.

Al di là degli obiettivi individuali e individuati per il percorso di un cliente, ci sono nodi cruciali che sono trasversali e cioè che appartengono a quella relazione d’aiuto che chiamiamo Psicoterapia. Scoprire quali sono è utile per meglio comprendere come aiuta lo Psicoterapeuta, in che modo lo fa e attraverso quali passaggi. Vediamo allora che cosa fa lo Psicoterapeuta:

  • Aiuta il cliente a chiarire la situazione in cui si trova;

  • Aiuta il cliente a definire il problema;

  • Aiuta il cliente a dare un nome a quello che prova;

  • Aiuta il cliente a riconoscere le sue personali trappole;

  • Aiuta il cliente a trovare il suo modo di uscire dalle trappole che ha riconosciuto come proprie;

  • Aiuta il cliente a osservare e riconoscere i suoi modi di rapportarsi a sé, al mondo, agli altri (le sue dinamiche);

  • Aiuta il cliente a vedere quali sono i suoi automatismi;

  • Aiuta il cliente a riconoscere quali dei suoi automatismi sono nutrienti e quali sono tossici per la sua vita;

  • Aiuta il cliente a fare i conti con sé stesso, a riconoscere le diverse parti di sé;

  • Aiuta il cliente a dare voce alle parti di sé che nasconde, di cui si vergogna, di cui ha paura, per cui prova rabbia, etc.;

  • Aiuta il cliente a fare esperienza di sé in un contesto protetto da giudizio;

  • Aiuta il cliente a gestire le situazioni della sua vita diversamente da come di solito le affronta;

  • Aiuta il cliente ad allargare i suoi orizzonti di possibilità;

  • Aiuta il cliente a lasciar andare;

  • Aiuta il cliente a riappropriarsi di parti di sé inconsce e a prendere energia da ciò che è al di sotto della consapevolezza;

questi punti descrivono solo alcune delle modalità di aiuto che si possono sperimentare nella relazione terapeutica, una relazione da vivere più che da spiegare!

Altro punto importante in un percorso terapeutico è quello che io chiamo il punto di svolta: in ogni percorso infatti c’è il momento della consapevolezza e il momento di farci qualcosa. È sempre il cliente a definire, attraverso i vissuti che cambiano, il momento in cui il punto di svolta arriva per sé.

Esso arriva quando il cliente sente di aver chiarito, attraverso i passi fatti fino a quel momento nella terapia, che cosa gli succede, che cosa lo caratterizza, quali sono i suoi nodi, i suoi limiti, i suoi desideri, le sue aspirazioni, come si ostacola, come si rapporta a sé e agli altri, etc.

Quando il come diventa consapevole, il cliente ha davanti a sé due possibilità: fermarsi alla consapevolezza oppure scegliere di farci qualcosa di buono per la sua vita: questo è il punto di svolta che caratterizza ogni lavoro psicoterapeutico.

Per dirla con una metafora, il passaggio da “ho compreso questo di me” (sapere) e “alla luce di questo voglio fare quest’altro per me” (scegliere) richiede un piccolo atto di coraggio che è alla base di ogni cambiamento e di ogni trasformazione.

La stanza del terapeuta si configura a questo punto del percorso come un trampolino di lancio dal quale ognuno ha la libertà e la responsabilità di tuffarsi, per mettere a punto nuove modalità di relazione che si consolidano e diventano proprie nel momento in cui il cliente sceglie di metterle in pratica nel quotidiano.

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