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Paura d'amare: ri-aprirsi alla vita è un'impresa possibile!


Tutti dicono che l’amore fa male, ma non è vero. La solitudine fa male. Il rifiuto fa male.

Perdere qualcuno fa male. Tutti confondono queste cose con l’amore,

ma in realtà, l’amore è l’unica cosa in questo mondo che copre tutto il dolore

e ci fa sentire ancora meravigliosi.

(O.Wilde)

Questa illuminante frase del celebre scrittore Oscar Wilde chiarisce immediatamente un fatto e cioè che quando la nostra anima soffre, si annebbia la nostra lucidità e i confini tra le esperienze che abbiamo vissuto rischiano di sfocarsi un po’. Così, anziché separare ciò che ci ha lasciato un buon sapore da ciò che ci ha ferito tendiamo a focalizzarci sulla ferita che inizia a coprire il resto.

Quando soffriamo per amore non è solo l’ultima ferita subita a farci male, in realtà l’ultima ferita riporta a galla le nostre ferite precedenti e il dolore sembra allagarci dall’interno.

Le primarie relazioni d’amore con i genitori pone le basi alle diverse modalità con le quali da adulti risponderemo all’amore.

L’impronta emotiva che avevano questi legami è un’impronta di cui il corpo, il cuore e la mente hanno memoria. Queste memorie si ri-attivano ogni qualvolta una nuova relazione profuma d’amore.

Essere consapevoli delle proprie dinamiche interne è fondamentale perché permette al flusso del dare e ricevere amore di ostruirsi il meno possibile e fornisce alla persona gli strumenti per re-stare in una relazione d’amore e, ancor prima, per avvicinarsi ad essa.

Di fronte alle ferite dell’amore ognuno reagisce in una maniera personale, che risente del proprio attaccamento alle figure primarie, della propria resilienza, della forza del proprio Io, del dialogo interno tra sé e sé, del proprio carattere.

Per questi ed altri motivi ci sono persone che nonostante il dolore provato, cercano di vivere una nuova storia d’amore spinti in avanti dalla speranza, e ci sono persone in cui invece la paura d’amare è così forte che crea una sorta di blocco.

In tutti e due i casi la persona ha paura, anche se può esserne più o meno consapevole, ma nel primo caso il movimento in avanti avviene nonostante la paura, mentre nel secondo la paura fa da muro, è come se ci fosse all’interno di sé una vocina che dice “attento, dove vai, amare è pericoloso, se ami ti fai male!”.

Il termine che definisce la paura d'amare è philofobia che indica la paura d'innamorarsi o di essere innamorati. Questa paura radicata produce sintomi simili a quelli di un attacco d'ansia quali nausea, tachicardia, senso di soffocamento.

Innamorarsi implica perdere un po’ il controllo, lasciarsi andare, allentare le proprie difese, correre il rischio di essere amati e di prendersi cura dell’altro, dell’amore dell’altro.

Anche quando la persona supera il primissimo ostacolo e inizia una nuova relazione, tiene al minimo il coinvolgimento emotivo.

Questa persona sperimenterà a sue spese che chiudersi all’altro vuol dire chiudersi a quegli aspetti di sé di cui potrebbe fare esperienza grazie allo stare in relazione con l’altro. Quando finisce una storia un lavoro importantissimo per ri-costruirsi intimamente è quello di vedere quale nostro aspetto avevamo consegnato all’altra persona.

Se non ci prendiamo volutamente il tempo di comprendere emotivamente cosa ha significato l’altro/a nella nostra vita non fa altro che nutrire la nostra paura instaurando così un circolo vizioso difficile da spezzare da soli.

Ascoltare la nostra paura che si presenta quando vogliamo instaurare una relazione intima significa avere onestà verso sé stessi nel vedere che quando ci chiudiamo, o sembriamo disinteressati, o stanchi, delusi, c’è una parte di noi, forse la parte bambina di noi, che sta avvertendo una gran paura e se non viene presa in considerazione paralizzerà il dialogo con l’adulta fino a convincerla che innamorarsi è una cosa troppo rischiosa da vivere.

Questo potrà avvenire in tanti modi: innamorandosi di persone irraggiungibili nella realtà; legandosi a persone con le quali non si ha niente in comune; adottando comportamenti di critica ipertrofica rispetto alle caratteristiche del partner; trattando il partner come la copia sbiadita di ex, etc. Attraverso atteggiamenti come quelli descritti la persona verosimilmente andrà incontro a una ferita che consoliderà la paura di amare di nuovo.

Iniziare un percorso di crescita personale per affrontare la propria paura d’amare, andare all’origine delle ferite del cuore e imparare a risanarle può permetterci di riscoprire che l’amore apre la porta alla vita.. anziché al dolore.

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